Non fu solo la fame atavica che lega i musicisti al cibo a ispirare i titoli gastronomici che si leggono in questo programma di concerto. La tavola era un luogo di ricreazione, ma anche di affermazione del proprio status e di esibizione del proprio censo. Nelle corti, nei palazzi principeschi o nei giardini della nobiltà e del clero si servivano cibi che il palato dei comuni mortali non avrebbero mai potuto assaggiare, non di rado contornati da musica che stimolava la mente, oltre all’appetito. Come quella che deliziava Luigi XIV: assieme alle portate voleva che si servissero anche Les Symphonies qui se jouent ordinairement au souper du roi, Sinfonie che si suonano abitualmente per la cena del re, per meglio insaporire le vivande. A scriverle era il musicista di corte Lalande, che si prodigò appositamente per questo ufficio. D’altra parte, alla corte del Re Sole il cerimoniale era un rito che non risparmiava nemmeno il palato.
Con non meno zelo approntava i banchetti al principe di Condè, Luigi II di Borbone, quel François Vatel, cuoco e pasticcere, che non sopportò di non essere riuscito a imbandire la tavola di pesce dell’Atlantico (dal porto di Boulogne, sulla Manica, in Normandia) e preferì suicidarsi, non prima di aver dato vita alla crema Chantilly, la città in cui decise di morire ma che gli dette anche l’immortalità grazie all’omonima crema
Ma vi era anche la convivialità della tavola imbandita con sobrietà, attorno alla quale, dopo aver gustato ogni prelibatezza si poteva fare musica, come certamente si faceva in casa Telemann, per prepararsi a imbandirla sulla tavole di quel melomane esigente e ingordo che rispondeva al nome di Federico II di Prussia, detto il Grande – ci piace credere – anche in virtù della sua incoercibile passione per la musica.
E ancora Banchetti musicali e Mense sonore, Zabaioni musicali: una geografia gastronomica trasversale da Nord a Sud si compone nell’Europa del XVII secolo all’insegna del divertimento colto, ma sempre incline alla spigolature popolari attinte alle Feste e al Carnevale, serbatoi inesauribile di spunti per apparecchiare sulle tavole il divertimento, per pochi o per molti.
Gabriele Raspanti
J. H. SCHEIN, dal Banchetto Musicale, Intrada à 4
M. R. LALANDE, da Les Symphonies qui se juoent ordinairement au souper du roi, Première suite
J. H. SCHEIN, dal Banchetto Musicale, Pavana à 4
F. I. BIBER, Mensa sonora: Pars I – III – V
G. PH. TELEMANN, da Tafelmusik, Trio Sonate TWV 42:Es1